M. Cristina Marras
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Podcast per la terza missione

all'inizio fu l'olio della frittura

Quando ero bambina mia madre riutilizzava l’olio della frittura: lo filtrava e lo conservava in un barattolo di vetro per altre fritture. Poi a un certo punto ha smesso di farlo, e con lei milioni di altre persone. Perché i mezzi di comunicazione hanno diffuso l’importante notizia che l’olio riscaldato produce sostanze tossiche. Nessuno all’epoca ha ipotizzato che si trattasse di un trucco delle multinazionali dell’olio per la frittura, e se qualcuno l’ha pensato, io non sono mai venuta a saperlo.

Erano tempi diversi, diversi gli strumenti per la comunicazione. Oggi, nel bene e nel male, chiunque ha (potenzialmente) accesso ad una platea di milioni di persone pronte a credere (potenzialmente) a qualsiasi cosa. E gli ultimi anni hanno tristemente dimostrato quanto questo non sia un'esagerazione (ricordate chi invitava a bere varechina per curare il COVID?).

donna con parrucca rosa, capelli a caschetto e occhiali, di lato che guarda lontano, alle sue spalle un cielo nebbioso celeste e un palo della luce

Photo by pawel szvmanski on Unsplash

La diffusione in rete non premia i contenuti sostenuti da prove scientifiche, ma quelli che riescono a polarizzare, indignare e scandalizzare, meglio ancora se usando slogan facili da condividere sui social media. Per questo oggi è importante comunicare scienza e tecnologie in modo chiaro.

L'unica arma a disposizione del buonsenso rimane l’alfabetizzazione scientifica: incoraggiare le persone ad interagire direttamente con la scienza, rendendo la scienza accessibile, non semplificandola o cercando di ridurre a slogan quelli che sono passaggi necessariamente complessi, ma sviluppando narrazioni coinvolgenti che incuriosiscano chi ascolta, lasciando un senso di meraviglia e un desiderio di esplorare l’argomento coi propri tempi e con gli strumenti a disposizione.

Ecco perché è importante trovare modi innovativi per avvicinare le persone alla scienza, non per spiegare ma, almeno in un primo momento, per comunicare l’esistenza stessa dei concetti. Questo è stato il mio punto di partenza nella creazione di dieci podcast ispirati ad altrettanti articoli scientifici.

figurina di uomo ritagliata di carta e appiccicata su un vecchio muro scrostato, l'uomo ha braccia verso l'alto e sembra scivolare lungo il muro

Photo by Patrycja Chociej on Unsplash

Da persona molto curiosa quanto ignorante in materia di scienza, ho accolto con entusiasmo l’incarico affidatomi dall'Università di Cagliari per la Notte dei Ricercatori, un evento condiviso dalle università di tutta Europa con l'obiettivo di celebrare la ricerca e il suo ruolo fondamentale nella società, e ho accettato con passione la sfida: creare una serie di podcast che, traendo ispirazione da oscuri argomenti scientifici, riuscissero a coinvolgere il grande pubblico.

Le fasi della creazione

La prima cosa che ho fatto è stata leggere e cercare di capire il significato degli articoli, densi di gergo tecnico, che spesso trattavano di argomenti dei quali non avevo mai sentito parlare prima. Insomma, provate voi a creare una narrazione coinvolgente partendo da una ricerca su “materie prime e relazioni tra caratteristiche mineralogico-petrografiche e compatibilità chimico-fisica con il substrato calcareo negli intonaci a base di calce e cemento degli edifici del '900”.

Una volta capito, a grandi linee, l'argomento delle ricerche, il passo successivo è stato quello di identificare all’interno di ciascuna un elemento da utilizzare come punto di partenza, un appiglio, qualcosa che fosse rilevante per il tema della ricerca ma che desse anche uno spunto interessante per la narrazione.

Trovato il punto di partenza, sono poi passata alla creazione delle storie, imponendomi però un’ulteriore sfida. Non mi bastava trovare un equilibrio tra l’idea scientifica di fondo e la mia creatività, mi sono anche messa in testa di creare dieci storie diversissime tra loro anche nel formato, così da sorprendere (ma la frase che mi rigirava in testa era ‘prendere alla sprovvista’) la persona che, ascoltato il primo podcast, si mettesse all’ascolto di un secondo credendo di sapere dove sarebbe andato a parare: un contenuto diverso ma raccontato in un identico formato.

I dieci podcast hanno dei formati sono molto diversi tra loro, questi includono: storie di spie, racconti umoristici, antiutopie ambientate nel futuro, storie raccontate dall'intelligenza artificiale, c'è perfino un omaggio ai dialoghi di Leopardi.


Un elemento che invece è comune a tutti i podcast è l’attenzione per gli ambienti sonori, l'utilizzo di tecniche binaurali, di effetti sonori e di elementi musicali per creare una dimensione d'ascolto tridimensionale, per immergere l’ascoltatore/trice completamente all’interno della narrazione.

Con una durata di due minuti esatti, ciascun podcast aveva la necessità di arrivare velocemente al punto, dando a chi ascolta il tempo sufficiente per immergersi nella storia, invogliando senza però soddisfare mai completamente, stuzzicando nei sensi e nella curiosità. Ogni storia doveva essere abbastanza intrigante da far venire la voglia di saperne di più, anche solo per scoprire quale oscuro articolo scientifico fosse stato lo spunto per la storia.

La serie di dieci podcast offre un esempio di come si possa colmare il divario tra scienza e vasto pubblico. Dimostra come sia possibile creare narrazioni di fantasia basate su serissimi articoli scientifici.

Mettendo insieme ricerca scientifica e narrazione creativa, questi podcast rappresentano un’innovativa attività di terza missione perché promuovono l’alfabetizzazione scientifica, incoraggiano il pubblico a interagire con la scienza con strumenti nuovi, non semplificandola o pretendendo di spiegarla, ma sviluppando storie coinvolgenti che suscitano curiosità e fanno venire voglia di esplorare l’argomento con i mezzi che si hanno a disposizione.

Credo che l’ascolto dei dieci podcast possa inoltre rassicurare la comunità scientifica sul fatto che l'uso di tecniche artistiche non compromette l'integrità della ricerca. La realtà è che le istituzioni scientifiche, per rimanere rilevanti, devono prima o poi aprirsi al potere della contaminazione culturale e artistica, perché abbracciando le tecniche creative è possibile portare la scienza a un pubblico più ampio, promuovendo e favorendo la trasparenza nella cultura scientifica.

 un grande pannello di controllo elettronico che riempie tutta la stanza

Photo by Dan Meyers on Unsplash


Per passare dalla teoria alla pratica, ecco come partendo da questi principi sono arrivata alla creazione dei podcast.

ESEMPIO 1 – L’uomo dell’Intonaco

Torniamo all’articolo sugli intonaci che, stranamente, ha finito per essere una delle narrazioni più poetiche di tutte. L'argomento della relazione era un confronto tra i diversi tipi di intonaco usati nei secoli per riparare le crepe nel muro (mi scuso umilmente con gli autori dell'articolo scientifico di 37 pagine che io riassumo in modo così poco scientifico).

Ho affrontato la narrazione usando stilemi di realismo magico, ponendo al centro del racconto un uomo con il potere di comprendere le storie delle persone semplicemente toccando le crepe nei muri delle loro abitazioni. Utilizzando tecniche binaurali e un ambiente sonoro dinamico che avvolge completamente chi ascolta, ho incorporato nella narrazione molti elementi tecnici che diventano le parole magiche sussurrate in sottofondo all'azione principale.

Ho raccontato la storia dell’uomo dalle mani magiche che, sfiorando con le dita la superficie dell'intonaco, riesce a capire non solo le trame, la composizione, la porosità, la struttura e l'età della struttura, ma anche i modi in cui le crepe e le ferite di quei muri sono state coperte negli anni. Nel racconto, l’uomo cerca queste cicatrici perché, dice, una parete liscia è una pagina bianca, una musica da comporre, una poesia che nessuno ha mai letto ad alta voce. Cerca le cicatrici sui muri con la punta delle dita, braccia leggermente staccate dal corpo come un uccello indeciso se spiccare il volo. Quest'uomo, ora cieco, si dice sia stato accecato dai fumi della calce dopo anni di carezze ai muri e, mentre altri giurano che abbia perso la vista accecato da una maledizione. Eppure la nebbia degli occhi non gli impedisce di leggere le storie dei muri e degli intonaci, le loro ferite, e tutti dal quartiere e anche dei paesi vicini vanno da lui e lo chiamavano nelle loro case, perché tutti amavano sentirsi raccontare da lui.

 

ESEMPIO 2 – A Muravera Spy Story

Completamente diverso il registro e il formato del podcast ispirato dall’articolo che analizza un approccio metodologico per la valutazione efficace delle infiltrazioni nelle acque sotterranee costiere.

Per questo podcast ho puntato su una parodia dello stile poliziesco più tradizionale, sfruttando gli stereotipi del genere ‘hard-boiled’, mettendo al centro del racconto una coppia di sgangherati gangster dagli improbabili nomi: Bill e Mary-Ann, nomi che vengono ripetuti quasi ad ogni battuta per esasperare e dare ritmo ad un’atmosfera già molto carica con la sua ambientazione sonora fatta di jazz noir e sirene della polizia.

Il soundscape forma un netto contrasto quando si sovrappone alla toponomastica locale, producendo un effetto quasi beckettiano che viene accentuato da continui fraintendimenti e nonsense dei protagonisti che aprono dei veri e propri scenari dell’assurdo.

Non si sa bene quale sia la missione affidata a Bill e Mary-Ann, né è chiaro in che epoca si svolgano i fatti, si accenna a luoghi e a personaggi, ma non si capisce mai fino in fondo quale sia il contenuto degli scambi verbali, perché ogni frase è una domanda e ogni risposta contribisce a creare uno scompiglio morfologico prima ancora che semantico. 

Non è importante sapere quale sia la missione, non importa capire che rapporto ci sia tra i due, il loro è un dialogo a briglie sciolte, un divertissement. Però, ad un’attenta analisi, i dialoghi nascondono veri e propri easter eggs a carattere scientifico, parole e frasi prese direttamente dalla ricerca scientifica che ispira il racconto, colorate di folclore locale.

Una narrazione che, sia nella struttura che nei contenuti, gioca con nuove possibili interpretazioni del linguaggio scientifico, un invito alla leggerezza e alla curiosità.



Qui trovate tutti e dieci i podcast.





 




07/04/2023
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