Cosa succede quando ci si rende conto che il testo comico, a cui si è lavorato per più di un anno, non fa ridere? Si crea un radiodramma scomposto.
Questa è la situazione in cui si sono trovati i ragazzi e le ragazze del Liceo Scientifico ‘Antonio Pacinotti’ di Cagliari che ho seguito per due anni in un percorso di scrittura creativa culminato con la scrittura e la produzione di un radiodramma.
Durante i due anni di corso, li ho guidati nell'analisi delle tecniche usate dai professionisti del racconto per aiutarli a dare forma alle loro idee, lasciando loro la libertà di esplorare generi e approcci, anche (soprattutto) quando sapevo che si muovevano su un terreno che non avrebbe dato i risultati che desideravano.
Perché credo nel valore didattico dei tentativi che ci portano su strade sconosciute e non credo invece nel valore di etichette come 'errori' quelli che sono momenti importanti di crescita.
Ecco perché quando il gruppo ha scelto il genere comico, mi sono astenuta dallo spiegare quanto sia difficile creare qualcosa di veramente divertente. Quando mancavano ormai pochissime ore alla fine del corso, il gruppo ha però dovuto ammettere che il radiodramma su cui avevano tanto lavorato, non era per niente divertente.
Che fare? Buttare tutto all’aria? Creare in pochissime ore una storia completamente diversa? Alzare le braccia al cielo e disperarsi?
La discussione ha occupato alcune delle poche, preziosissime ore rimaste, ma è stata un passaggio importante per trovare quella soluzione che io conoscevo benissimo ma che volevo arrivasse da loro. Mi sono limitata a dire che se una cosa non si può nascondere, allora bisogna ingigantirla.
Così il gruppo ha ripreso in mano il copione ingigantendo l’aspetto grottesco e trasformando tutto in un meta racconto.
Non svelo il finale per non rovinarvi la sorpresa.
Sul sito del liceo i nomi, le informazioni, le immagini e le interviste alle ragazze e ai ragazzi.