Non sapevo dove sarei arrivata quando ho iniziato il progetto di Cancer Council Vic/BreastScreen Vic per incoraggiare le donne italiane a sottoporsi a controlli regolari per la diagnosi precoce del cancro al seno.
Ho iniziato a lavorarci sapendo che si tratta di un argomento difficile, un argomento di cui la gente non vuole parlare, perchè la gente è superstiziosa. O perlomeno, io lo sono.
Questa è stata la vera scoperta. Ho già spiegato (nella parte precedente a questa) come non sia riuscita a scrivere la storia che avevo in mente all'inizio, perché prima ho dovuto provare io stessa l'esperienza della quale volevo parlare. A provarle sulla propria pelle le storie sono più vere. Non solo, volevo essere là in prima persona anche perché volevo registrare dal vivo i suoni della mia esperienza: il treno della metropolitana che va in clinica, la segretaria mi accoglie e mi fa riempire i moduli, io da sola in sala d'attesa, il suono della macchina, la voce del tecnico, ecc.
Ma c'era anche un altro motivo dietro il mio voler attendere prima di terminare la storia. Non volevo scrivere il finale prima di conoscere l'esito del mio esame. Perché il destino non si può sfidare.
Di solito inizio a scrivere le storie sapendo esattamente dove andrò a finire. Non questa volta. O meglio, sapevo dove volevo arrivare ma non avevo idea di come ci sarei arrivata.