Il suono invade, ti avvolge e permea il tuo essere. Prova a bloccarlo infilandoti le dita nelle orecchie, e il suono ti raggiunge ugualmente, risuona nella struttura ossea del cranio. Il suono è dilagante, persistente e ha la capacità di raggiungerti tuo malgrado. Proprio come il cancro.
Non so se avevo già questa metafora nella mia testa, quando ho deciso di partecipare al concorso per ottenere i finanziamenti di Cancer Council Vic/BreastScreen Vic per incoraggiare le donne italiane dello stato australiano del Victoria a sottoporsi alla mammografia. Un'idea a dire il vero ce l'avevo: usare il suono per esplorare i sentimenti, l'ansia e i pregiudizi che esistono quando si parla di cancro, e pensavo di farlo attraverso il coinvolgimento di un gruppo di donne italiane, percorrendo con loro il cammino lungo tutte le fasi legate allo screening. Partendo dall'incertezza (devo proprio farlo?), passando attraverso la preoccupazione (e se fosse positivo?) e parlando apertamente dei timori (ma farà male?) .
Cancer Council Vic ha apprezzato la mia idea, soprattutto per il suo potenziale di raggiungere donne professioniste e indipendenti che non si considerano appartenenti alla categoria migranti che hanno bisogno di sostegno, donne di successo ben inserite nel mondo del lavoro. Una categoria che conosco molto bene e alla quale appartengo.
Sto iniziando il mio progetto ora e, proprio come per qualsiasi altro progetto audio prodotto finora, si tratta di trovare il giusto equilibrio tra parole e suoni, lasciando abbastanza spazi bianchi per permettere ad ogni ascoltatore di completare gli spazi vuoti e, così facendo, permettendo all'ascoltatore di fare suo il racconto.
Ascolta adesso oppure leggi la seconda parte.